Dalla teoria alla pratica rispettando l’unicità

Per ogni “teoria” sarà spiegato come capire se può essere applicata ad una specifica persona autistica e come quindi svolgere test neurocognitivi per identificare eventuali difficoltà. Saranno poi presentati protocolli di intervento specifici e basati sull’evidenza scientifica.

L’intelligenza autistica

Spesso si osservano nelle persone autistiche profili cognitivi difficilmente interpretabili, con isole di abilità nelle persone con QI<100 e “profili discendenti a destra” negli gli individui con un punteggio QI elevato. Alti livelli nel disegno a blocchi e bassi livelli di codifica.

Alcune delle teorie che saranno trattate

La teoria del “Prior”

La teoria della codifica predittiva sostiene che la nostra esperienza del mondo viene dall’interno. Il nostro cervello genera un modello del mondo che prevede ciò che vedremo, sentiremo, toccheremo, annuseremo e assaggeremo. Il compito dei nostri sensi è quello di verificare le nostre previsioni per assicurarsi che il nostro modello interno non si allontani dalla realtà.

La teoria è chiamata anche elaborazione predittiva o “cervello Bayesiano”, in riferimento alle sue basi matematiche.

I sostenitori di questa teoria la applicano non solo alla percezione, ma anche alle emozioni, alla cognizione e al controllo motorio. Quindi, muoviamo il braccio perché prevediamo che lo muoveremo, e il corpo fa in modo che la previsione si realizzi.

La teoria della mente

In psicologia, la teoria della mente si riferisce alla capacità di comprendere le altre persone attribuendo loro stati mentali (cioè ipotizzando ciò che accade nella loro mente). Ciò include la consapevolezza che gli stati mentali degli altri possono essere diversi dai propri e comprendono credenze, desideri, intenzioni, emozioni e pensieri. Il possesso di una teoria della mente funzionale è considerato cruciale per il successo nelle interazioni sociali umane quotidiane. Le persone utilizzano tale teoria quando analizzano, giudicano e deducono i comportamenti degli altri.

La teoria delle funzioni esecutive

Molte persone con autismo hanno difficoltà nel funzionamento esecutivo. Possono avere problemi con alcune abilità come la pianificazione, l’organizzazione, la sequenza delle informazioni e l’autoregolazione delle emozioni. Alcune persone prestano attenzione a piccoli dettagli, ma hanno difficoltà a vedere come questi si inseriscono in un quadro più ampio. Altri hanno difficoltà a mantenere l’attenzione in classe o in altri contesti. Quando si preparano a svolgere un compito, alcuni possono avere difficoltà a organizzare i propri pensieri e le proprie azioni per capire quale sequenza di passi sia necessaria.   Le difficoltà di funzionamento esecutivo possono anche essere associate a uno scarso controllo degli impulsi.

La teoria del mondo intenso

La teoria del mondo intenso dell’autismo sostiene che le persone autistiche vivono il mondo in modo estremo. Percepiscono il mondo come così intenso che a volte può diventare difficile o insopportabile.

La teoria del cervello maschile estremo

La teoria del “cervello maschile estremo” sostiene che le persone con autismo elaborano il mondo attraverso una lente “maschile” e si interessano ad argomenti stereotipati maschili, come il funzionamento delle macchine o i modelli meteorologici. Inoltre, potrebbero avere difficoltà in compiti in cui le donne sono presumibilmente più brave, come cogliere le indicazioni sociali.

Nel corso degli anni, la teoria ha raccolto il sostegno – e la derisione – dei ricercatori sull’autismo.

La teoria della doppia empatia

La difficoltà a navigare nelle interazioni sociali pervade anche le prime testimonianze sull’autismo. Questo tratto distintivo della condizione ha informato le teorie prevalenti sulle sue radici e la progettazione di molti trattamenti per l’autismo.

Ma una linea di lavoro emergente sostiene uno sguardo più sfumato sulle capacità sociali delle persone autistiche. I sostenitori di un’idea chiamata “problema della doppia empatia” ritengono che le interruzioni della comunicazione tra persone autistiche e non autistiche siano un problema bidirezionale, causato dalle difficoltà di comprensione di entrambe le parti.

La teoria della coerenza centrale debole

La teoria della coerenza centrale debole (WCC), detta anche teoria della coerenza centrale (CC), suggerisce che uno specifico stile percettivo-cognitivo, vagamente descritto come una limitata capacità di comprendere il contesto o di “vedere il quadro generale”, sia alla base del disturbo centrale nell’autismo e nei disturbi dello spettro autistico correlati. L’autismo è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da una compromissione dell’interazione sociale e della comunicazione, nonché da comportamenti ripetitivi e interessi limitati.